Storia della Pieve
La Pieve romanica di S.Giorgio in Brancoli fu edificata agli albori del medioevo sulle rovine di un tempio pagano dedicato al dio Apollo.Situata sulle impervie fiancate del massiccio delle Pizzorne, essa viene menzionata per la prima volta in una pergamena risalente al 767 e attualmente conservata presso l'Archivio Arcivescovile di Lucca. Nella pergamenta un certo Ausolo di Brancoli affida i propri beni in eredità alla Chiesa o monastero di San Giorgio in Generiano. La tradizione attribuisce l'edificazione della dell'attuale impianto della Chiesa di S. Giorgio alla contessa Matilde di Canossa la cui effige sarebbe quella tuttora presente sulla facciata nord dell'Ambone. Capolavoro dell'arte romanica, Conservatasi integralmente nella sua forma originaria sia negli esterni che negli erredi scultorei interni, è caratterizzata dalla tipica austerità altomedievale.Il campanile, anch'esso in puro stile romanico, è scandito da monofore e bifore e termina con una merlatura. L'intera stuttura è costituita da blocchi marmorei squadrati. L'interno è maestoso e suddiviso in tre navate da robuste colenne e pilastri dai capitelli classicheggianti. Si rimane subito colpiti dall'abbondanza di capolavori, tra i quali spiccano la fonte battesimale ottogonale, finemente decorata, il pulpito marmoreo. Sulla destra uma ceramica invetriata del XV secolo, con la raffigurazione della celebre uccisione del drago da parte di S: Giorgio. Notevoli gli altari: quello centrale è ottenuto con materiali scolpiti di riporto medevali mentro quello sulla navata destra è un originale del XI secolo con decorazioni policrome. L'altare è sormontato da una grande croce lignea dipinta del XIII secolo della scuola del Berlinghieri, mentre gli antichi affreschi sulle pareti sono andati quasi tutti perduti, ad eccezione dell'Annunciazione di Giuliano di Simone. All'esterno vi è poi il misterioso "Brancolino" un bassorilievo raffigurante un omino stilizzato con grandi braccia aperte e mani enormi, posto sull'architrave del portale della fiancata sud. La sua funzione è ancora oggi oggetto di interrogativi.